Da anni la Rete si sta popolando di servizi atti a facilitare e, soprattutto, velocizzare tanti servizi che fino a qualche anno fa davano vita a statistiche del tipo “quanto tempo della nostra vita trascorriamo in fila agli sportelli?” e la risposta agghiacciante era “tra i tre ed i cinque anni”.
Oggi abbiamo la fortuna di avere tantissimi servizi fruibili direttamente online. Partendo dal banking online che ci permette di effettuare bonifici in tempo reale, di conoscere il saldo ogni volta che ci pare e piace, di fare trading online e, soprattutto, di mantenere un livello di privacy nettamente superiore a quello fruibile in banca o negli uffici postali.
Oggi, online, possiamo effettuare ricariche telefoniche, prenotare una vacanza, acquistare libri che non avremo mai trovato nella libreria sotto casa perché troppo settoriali, visionare ore ed ore di tutorial online per imparare a fare, almeno teoricamente, pressoché tutto.
Come accade spesso, lì dove vi è un ritorno economico ingente (banche, compagnie telefoniche, grandi marche), gli investimenti in strumenti d’avanguardia non si fanno attendere, mentre, in ambienti quali la Pubblica Amministrazione, vuoi che a pochi importa se la “macchina comunale” produca o meno, vuoi che pochi hanno conoscenze sufficienti per integrare tecnologie nuove e funzionanti, vuoi che molti amministratori locali non conoscono neanche le possibilità offerte dal web, fatto sta che si resta sempre al palo senza alcuna speranza di innovarsi e di migliorarsi finché non viene promulgata qualche legge che “obbliga” le PA al miglioramento come è avvenuto quando c’era Renato Brunetta al Governo che ha obbligato la Pubblica Amministrazione a dotarsi di Posta Elettronica Certificata (PEC) per le comunicazioni con i cittadini ed imparare ad utilizzare gli scanner per ridurre il consumo di materiale cartaceo.
Nell’ambito della Pubblica Amministrazione sono davvero tante le iniziative che si potrebbero intraprendere. Partendo dall’albo pretorio online, passando dalla modulistica disponibile sui siti dei comuni per evitare inutili code solo per ritirare un modulo ed arrivando a sistemi innovativi di URP (Ufficio Relazioni Pubbliche) e manutenzione.
Il centralino di un Comune ad esempio, secondo me, oggi non può essere dotato solo ed esclusivamente di un telefono\fax. Il centralino lo vedo come un insieme di strumenti di comunicazione complementari. Partendo sicuramente dal telefono che è, forse per costrizione, il mezzo ancora più utilizzato, ma affiancandolo a strumenti quali un account Twitter, un sistema di messaggistica vocale come Skype, alla gestione efficiente di una pagina fan su Facebook e Google Plus o l’implementazione dell’assistente virtuale sul sito ufficiale del Comune, così come fanno le Aziende per l’assistenza remota ai clienti.
Non si tratta di spendere più soldi, ma di utilizzarli meglio. Si tratta di formare il personale già in organico, ad utilizzare strumenti quali i Social Network, le chat e via dicendo. Che poi, diciamocelo, in molti casi i dipendenti già li utilizzano al lavoro per diletto. Si tratta solo di permettergli di utilizzarli ufficialmente per scopi ben più utili della chiacchierata con l’amico\a.
Per quanto riguarda l’ufficio manutenzione, oggigiorno (in verità da ormai due anni) esistono social network basati sulla geolocalizzazione che ci permettono di avere a disposizione strumenti preziosi per la soddisfazione dei bisogni della cittadinanza e che possono rendere migliore la Città: facilitando la segnalazione di disservizi i cittadini diventerebbero delle vere e proprie sentinelle che aiutano l’Amministrazione Comunale ed imparano a sentire l’Istituzione più vicina ai propri bisogni.
Per approfondimenti: Strumenti per una Pubblica Amministrazione digitale